SZŐNYI ISTVÁN EMLÉKMÚZEUM

Porto italiano, 1960

Durante il loro breve soggiorno romano Aba-Novák e soprattutto Károly Patkó apprendono la tecnica della tempera nonché della gouache, e la preferiscono a quella più pesante a olio per rendere gli effetti ottici sperimentati in Italia.
Una volta concluso il suo primo periodo, nel 1928, Szőnyi passa gradualmente alla tecnica della tempera. Dalla metà degli anni Trenta usa quasi esclusivamente quest’ultima per dipingere i suoi quadri utilizzando l’emulsione di tempera all’uovo da lui stesso collaudata. Stende il colore in più strati, che si assorbono, li pulisce, li rilava con la china e stende un altro strato. In quel modo si ottengono dipinti dai contorni morbidi, stratificati, che anche nella loro calma comunicano una sensazione di movimento, con atmosfere vibranti e toni opachi e chiari.

 

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